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Made in Italy: Lancini (Lega) bene difesa marchi (ANSA)

ROMA, 14 MAR – “La proposta sulla difesa dei marchi Made in Italy e’ l’ennesima prova di quanto la Lega tenga alle nostre imprese e ai nostri lavoratori”. Lo scrive su facebook il parlamentare europeo, Danilo Oscar Lancini, della Lega. “Chiediamo lo stop all’utilizzo dei marchi italiani, per i compratori che, rilevando un’azienda, decideranno di non produrre piu’ nello stabilimento principale”, conclude Lancini il quale si ripropone di fare un focus sul tema, proprio nel suo prossimo convegno del 23 marzo a Milano. FN 14-MAR-19 18:44 NNNN

Imprese: Lancini (Lega) bene difesa marchi italiani, noi vicini nostre aziende e lavoratori (NOVA)

Roma, 14 mar – (Nova) – Il parlamentare europeo della Lega, Danilo Oscar Lancini, scrive su Facebook: “La proposta sulla difesa dei marchi Made in Italy e’ l’ennesima prova di quanto la Lega tenga alle nostre imprese e ai nostri lavoratori. Chiediamo – spiega l’europarlamentare del Carroccio – lo stop all’utilizzo dei marchi italiani, per i compratori che, rilevando un’azienda, decideranno di non produrre piu’ nello stabilimento principale”. Lancini si ripropone di fare un focus sul tema, proprio nel suo prossimo convegno del 23 marzo a Milano. (Com) NNN

 

Made in Italy, Lancini (Lega): Noi vicini a imprese e lavoratori Roma, 14 mar. (LaPresse)

“La proposta sulla difesa dei marchi Made in Italy è l’ennesima prova di quanto la Lega tenga alle nostre imprese e ai nostri lavoratori. Lo scrive su Facebook il parlamentare europeo, Danilo Oscar Lancini, della Lega. “Chiediamo – spiega Lancini – lo stop all’utilizzo dei marchi italiani, per i compratori che, rilevando un’azienda, decideranno di non produrre più nello stabilimento principale il quale si ripropone di fare un focus sul tema, proprio nel suo prossimo convegno del 23 marzo a Milano”. POL NG01 lcl/acp 20190314T164806Z

Difendiamo la famiglia tradizionale

I nostri valori, la nostra storia e le nostre tradizioni sono sotto attacco e con essi anche il nostro paese. Di che pericolo sto parlando? La risposta è presto detta. Il pericolo di oggi riguarda l’attacco che costantemente si effettua ai danni della famiglia, quella tradizionale. Mi preme specificare questo aspetto della questione. Per troppo tempo in Europa si è fatto passare, come normale, che per inserire un gruppo di persone sotto il nome di “famiglia” potessero essere sufficienti due genitori adulti con una prole al seguito. Non è così. Pensate alla vostra storia o a quella della vostra famiglia. Provate a tornare indietro con la mente e a pensare ai momenti felici della vostra vita. Chiunque di voi ha avuto la fortuna di poter passare una parte importante della sua vita con i propri genitori potrà ricordarne una caratteristica fondamentale: il genere. I genitori sono da sempre una mamma e un papà. Un nonno e una nonna. Un uomo e una donna. È così da sempre, fin da quando l’uomo ne ha memoria. La società globalista di oggi ci spinge a pensare che è sbagliato pensare cosi, che siamo ingiusti a non permettere che qualsiasi agglomerato di persone possa essere definito famiglia. Vogliono far passare l’idea che noi, difensori della famiglia tradizionale, siamo retrogradi, omofobi e insensibili. Se difendere le radici del popolo italiano, della tradizione cristiana e dell’Europa è una colpa, allora sono colpevole. Colpevole di amare la mia famiglia, le mie radici e certamente colpevole di amare la mia terra. Il pensiero globalista interpreta il progresso come cambiamento a tutti i costi. Ma cosa vuol dire progresso?

È progresso cambiare il senso di famiglia tradizionale su cui il nostro paese e l’Europa hanno costruito decenni di fortune nella storia del mondo? È progresso togliere le parole mamma e papà, come vorrebbe fare Macron, dai libri di scuola? È progresso definire individui tutte le persone indistintamente, tralasciando le caratteristiche che trasformano “l’individuo” da un numero a una persona? Io non sono stato cresciuto da due individui, ma da due persone. Mia madre e mio padre. Voglio che i miei figli vivano in questo mondo e non in uno che definisce i genitori come individuo 1 e individuo 2.

Nei miei primi mesi di battaglie politiche a Bruxelles mi sono battuto strenuamente in favore dei valori della famiglia tradizionale. Nei palazzi dell’UE si percepisce in maniera piuttosto sensibile la forza di alcune lobby e di gruppi di pressione. Queste associazioni spingono affinché vi sia sempre un certo tipo di dibattito all’interno delle aule delle commissioni, al fine di nascondere la discussione di certi temi fino alla votazione, ma soprattutto al fine di impedire che l’opinione pubblica venga a sapere che cosa sta succedendo sul fronte dei diritti LGBTQI+.

LGBT è un acronimo di origine anglosassone che riunisce le parole lesbica, gay, bisessuale e transgender/transessuale. A volte si può trovare anche come LGBTQI, comprendendo le persone che vivono una condizione intersessuale.

La “Q” ha una doppia accezione. Spesso si trova come queer che significa strano o insolito. Le associazioni LGBT lo intendevano in senso dispregiativo, poi una parte di queste stesse comunità lo ha rovesciato in termine positivo al fine di indicare tutte le sfaccettature dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, rifiutando al tempo stesso le categorie più rigidamente fissate ancora presenti nel termine LGBT e rivendicandone il superamento. Infine “l’intersessuale” è una persona che nasce con i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non definibili come esclusivamente maschili o femminili. È questo il progresso che l’Europa dei burocrati vuole per la nostra società? Quanto passerà prima che anche qui da noi si inizierà a discutere di aborto negli stessi termini in cui si è discusso negli Stati Uniti fino a poche settimane fa? Nello Stato di New York, dove sono in ampia maggioranza i rappresentanti del partito democratico, si è assistito all’approvazione di una legge dove si stravolgono i concetti di “persona” e di “aborto”. Il Reproductive Health ACT sottintende che ogni persona può rimanere incinta. Trasforma la donna in “individuo” e apre le porte all’ideologia transgender. È una vergogna che queste notizie passino costantemente inosservate alla grande stampa e sui media nazionali mainstream. Tale testo di legge sull’aborto è di una pericolosità estrema per il mondo occidentale. Dare alla vita non può essere equiparato a “dare la morte”. Tutto ciò non può essere considerato progresso. In Europa ho visto da vicino questo modo di agire. Nell’ultima plenaria di febbraio, a Strasburgo, ho assistito all’ennesimo atto di arroganza delle comunità LGBTQI+. Queste hanno usato una risoluzione sui diritti delle donne in Europa solamente per poter acquisire diritti senza un dibattito aperto. Non esiste un’informazione seria a spiegare i pericoli di certe leggi. Da tempo sentiamo la storiella che per favorire il mantenimento del numero della popolazione dobbiamo affidarci all’immigrazione perché le famiglie italiane non fanno più figli. Se in Italia le nascite sono al minimo lo dobbiamo ad anni di politiche di austerity e di assistenza ai migranti. Il futuro dell’Italia si difende con politiche orientate ad aiutare le famiglie tradizionali italiane, come noi della Lega abbiamo iniziato a fare nel nostro Paese e come faremo anche in Europa fin dall’inizio della nuova legislatura.